sabato 26 febbraio 2011

Leggende e miti, alla scoperta di Minecraft [Volume 2]

Saluti dall'inferno
L'inferno si sa, non è un bel posto, ma tuttavia c'è chi adora abitarlo. Una famigliola di Minecrafter si è trasferita nel Nether per trascorrere un soggiorno felice tra lava, fantasmi, uomini maiale e urla di dannati. C'è chi racconta di averli visti, in vari viaggi all'inferno, banchettare allegramente sulle rive di un lago di magma o intenti in una battuta di caccia agli uomini maiale. Quello che è certo però è che ci mandano i loro saluti, dall'inferno.

Giù nel baratro
Le profondità delle caverne sono abitate dalle creature più rivoltanti di tutto Minecraft, ma allora perchè i Minecrafter si spingono fin lì? La risposta è sostanzialmente una sola: Diamanti!
A cascata, eh già, nelle grotte sotterranee è possibile reperire una quantità davvero considerevole di diamanti, grezzi e rari, ma utili in un modo considerevole. Un piccone di diamante infatti è il miglior amico di ogni Minecrafter. Sì, più di un maiale sellato.

Salvatele!
Si narra di un Minecrafter capace di gesta incredibili. Ha liberato la sua famiglia, ha liberato le lande di Minecraft donando speranza a tutti i suoi abitanti, ma soprattutto donando la libertà di decidere se rimanere o meno in questi mondi meravigliosi e insidiosi in egual misura. Il Minecrafter leggendario è scomparso, non ha lasciato alcuna traccia di sé. A volte qualcuno trova le sue pagine di diario in una grotta, o in fondo ad un tunnel roccioso, in mezzo alla foresta o addirittura nell'inferno. Ma nessuno sa più dove possa trovarsi, nessuno l'ha mai più visto. Purtroppo.

venerdì 25 febbraio 2011

Leggende e miti, alla scoperta di Minecraft [Volume 1]

Grazie per aver acquistato quest'albo. Una raccolta delle migliori leggende nel mondo (e nei mondi) di Minecraft vi attende, aspetta solo voi per iniziare ciò che di meglio ha da raccontare.

The Void 
Si narra di un Minecrafter capace di andare nel Void, un luogo dove luce e ombra si equivalgono, luce alla massima splendenza e ombra alla più tetra oscurità, contemporaneamente. Un luogo dove non si cade, ma non si sta fermi, un luogo dove il movimento supera la percezione e la percezione si confonde. Un luogo nel quale chiunque ci vada non ha mai fatto ritorno. Un luogo che divora l'anima dell'esploratore solitario, che lo consuma fino al midollo, fino a farne perdere le tracce e la memoria di se ai posteri. Il Void è peggio dell'inferno, così tremendo da tener alla larga anche le creature più tremende, gli zombie più affamati o i ragni più giganteschi. Il Minecrafter capace di ritornare dal Void è colui che ha costruito opere immense, capace di spostarsi tra un mondo e l'altro, a piacimento, a discapito delle leggi che governano le lande di Minecraft.
Ma questa libertà ha un prezzo, il Minecrafter ha pagato con la propria anima questo privilegio, privandosi di tutto ciò che aveva e ricevendo un miracolo più desiderabile d'ogni altra cosa. La leggenda narra che è possibile vedere il Minecrafter girovagare per i mondi, costruire oggetti e chiunque lo veda si senta improvvisamente prosciugare d'ogni coraggio in corpo, cadendo per la paura. Predilige le caverne e le gallerie per evitare la luce e distrugge la volontà di chi lo incontra. Ovviamente è solo una leggenda.

Inception
Secondo un antico credo orientale la volontà di un Minecrafter è proporzionale alla disponibilità di materiali in suo possesso. Più è ricco e più avrà voglia di costruire. Una leggenda racconta di un artefatto magico in grado di donare qualunque tipo di materiale a chiunque lo utilizzi. Oro, ferro, diamanti o mattoni, non fa differenza, l'artefatto è in grado di donare qualsiasi cosa, in qualunque quantità. Ciò, in epoca antica, ha causato innumerevoli danni nei mondi di minecraft a causa dell'utilizzo improprio di questo artefatto. Molti Minecrafter malvagi lo utilizzarono per scopi deplorevoli, come ottenere quantità infinita di dinamite, diamanti a fiumi e oro a cascate. Purtroppo l'artefatto è andato perduto, e sembra reperibile solamente con un'ardua ricerca.

giovedì 24 febbraio 2011

Aria di updates!

Nei prossimi giorni seguiranno migliorie al blog, aggiunte in fatto di contenuti ed in generale una pulizia ai vari canali di memories of a Minecrafter per permettere una migliore navigazione.
Il diario continuerà al più presto, nel frattempo ci sono alcune cose che vorrei fare per il sito, alcuni piccoli progetti da mostrarvi e soprattutto cose da aggiungere. Vedrete...
Vi dico solo grazie che continuate a seguirci e vi lascio con una domanda che spero possa stuzzicare la vostra voglia di rispondere.
Minecraft sta diventando un fenomeno di culto in tutto il mondo. Ha venduto milioni di copie digitali e non pare fermarsi mai. i continui updates, i continui miglioramenti e le modifiche apportate lo rendono sempre più un gioco plasmato sui giocatori. Minecraft potrebbe sbarcare oltre le soglie del videogioco? Vedreste bene Minecraft come brand per il marketing? Tazze, magliette, gadget, film e quant'altro? Motivate le vostre risposte e scrivete in tanti ;)

mercoledì 23 febbraio 2011

Progetti per il futuro

Insomma ragazzi, siamo giunti alla fine di questa particolare avventura.
Tantissimi capitoli,
più di 2000 visite,
una traduzione italiana scaricatissima e giocatissima,
tutorial e guide,
recensione
e molto altro.

Memories of a Minecrafter è un blog longevo e vivo e, nei giorni seguenti, ve ne darà la prova. Al momento posso solo augurarvi buon proseguimento sia di serata che di tutto il resto e anticiparvi solo una cosa...

Giorno 1, Mondo 2
Da troppo tempo non prendo in mano la penna per scrivere le mie memorie. E' giunto probabilmente il momento di lasciare nuovamente qualcosa di me a chi verrà dopo. In modo da evitare il mio stesso errore. 

martedì 22 febbraio 2011

Epilogo

 - Download soundtrack epilogo da qui: Soundtrack

Il terreno è calmo, qualche gallina corre felice sul manto erboso della radura. Poi ad un tratto tutto inizia a tremare, il terreno che prima era piatto e tranquillo ora ribolle di rabbia. Si deforma, prima si abbassa, crepando l'intera vallata, poi sbuffa in più parti prima di esplodere in un deflagrazione di magma e vapore. La lava viene sparata talmente in alto da toccare le nuvole, un getto continuo, un'eruzione vulcanica più somigliante ad un geyser che ad un vulcano vero e proprio. Il magma continua a salire, poi rallenta e inizia a ricadere verso il suolo, lentamente. Dallo sbuffo di lava in cima alla colonna magmatica due figure fanno capolino, emergendo dalla roccia fusa. Due angeli perfetti, puri, addormentati e luminescenti che si elevano su tutto e tutti. Rimangono sospesi per un attimo e dopo scompaiono, lasciando cadere violentemente la lava verso il suolo. Il magma si schianta a terra, la terra si brucia, gli alberi si incendiano e cadono, l'acqua evapora. Poi... tutto si calma, più nulla si muove. Il magma si raffredda lasciando così chiudere il foro d'uscita dal quale era venuto, cancellando ogni sua traccia.

Giorno 36
Mi sveglio in mezzo alla foresta con il muggito di una mucca, non so come sia arrivato fin qui e non ho nulla con me, né utensili, né cibo, né un luogo per passare la notte. Fortunatamente, da come posso vedere, il sole è sorto da poco, ho ancora un po' di tempo prima che cali la notte, ma devo ugualmente sbrigarmi e attrezzarmi per sopravvivere al buio in questo strano luogo. Ma prima di ciò metto una mano nello zaino, non c'è nulla. Tranne... un libro. Lo apro e leggo. A chiare lettere si narra di mondi, generati casualmente nei quali della povera gente rimane intrappolata senza possibilità di scappare. Il suicidio unico rimedio per fuggire? Assolutamente no, è un'inesattezza. Il suicidio fa fuggire solo dalle proprie paure, ma non dalla situazioni in cui ci si trova. Si ritorna sempre all'inizio, lasciando intatto tutto ciò che si è fatto. Mia moglie e mia figlia sono libere, ed è quello che conta. Forse un giorno potrò rivederle, riabbracciarle, sentire ancora il profumo delle persone che amo, e poter dire loro quanto mi siano mancate in tutto questo tempo.
Nuovi mondi son stati generati, tocca di nuovo a me, è nuovamente il mio turno.
Mi alzo, guardo attorno, la foresta incendiata mi accoglie nuovamente fra le sue rovine. Questo luogo sarà la mia dimora, la spada la mia unica amica.

Fine 

lunedì 21 febbraio 2011

Giorno 35, ...la fine sarà certo interessante.

Mi incamminai e risalii la scalinata fino in cima. Ad ogni passo sentivo le urla dei dannati soffrire sotto il mio peso, sotto il calore del magma che si stava raffreddando sulle loro carni. Mi incitavano, nonostante tutto. Mi spronavano a continuare la scalata verso la verità, verso l'epilogo di quella che con tutta probabilità si sarebbe candidata come esperienza unica nel suo genere. Pochi scalini e sarei arrivato in cima, ogni passo si fece più pesante, la fatica comunque si faceva sentire ed il peso, almeno mentalmente, di ogni scalino passato mi si poggiava in grembo rallentandomi. Diedi una rapida occhiata all'enorme lago di lava sotto di me, sbuffi di magma ribollivano in ogni dove, le urla delle anime dannate si elevavano sempre più forti. A fatica, proseguii. Il magma fuoriusciva a sbuffi pigri dall'apertura nel soffitto dell'imponente grotta, mi spostai leggermente a destra tenendomi stretto alla scala con le mani, piegandomi leggermente in avanti riuscii ad aggrapparmi alle ossa dei dannati e tirarmi su in quella che parve essere una stanza creata appositamente per quell'evento. Al centro una gabbia infuocata era stata collocata decisamente fuori luogo, la fissai per un interminabile attimo prima di essere travolto da uno zombie. Caddi a terra, la creatura cercava disperatamente di mordermi, o graffiarmi; riuscii a brendire la spada estraendola dalla cinta e con un rapido gesto trafissi il mostro da parte a parte orizzontalmente. Lo spinsi via con le gambe e non feci neanche in tempo a rialzarmi che un altro zombie mi venne incontro. Questa volta ebbi riflessi pronti, lo evitai, gli diedi un colpo con il gomito sulla nuca e gli mozzai il busto di netto con la mia lama. Uno scheletro mi si catapultò contro; capii da dove arrivavano tutti quei nemici. Colpii lo scheletro con una spallata, con due rapidi fendenti lo sbriciolai completamente e dopo aver caricato un colpo piuttosto potente scagliai la mia spada verso la gabbia infuocata, che esplose in un grido di dolore lasciando la stanza al buio, privandola del suo fuoco. Presi una torcia nello zaino e la appesi su di una parete, la accesi e finalmente riuscii nuovamente a vedere: nell'esplosione una parete era stata in parte abbattuta. Rimossi le carni e le ossa ed potei accedere in un'altra stanza, questa volta più piccola, ma contenente ciò che stavo cercando. Mia moglie e mia figlia erano lì, dentro a strani contenitori trasparenti; pareva vetro, realizzai in seguito che era un materiale a me sconosciuto poiché non potevo scalfirlo, non potevo rimuoverlo o distruggerlo. Erano rinchiuse lì dentro, avvolte in un sonno profondo. Rimasi per quelli che mi parvero giorni a fissarle, ma in realtà furono solo pochi istanti. Cercai subito un modo per liberarle e così presi dallo zaino uno dei libri che mi portai dietro dal rifugio sperando, in cuor mio, di poter trovare una risposta alle domande che avevo. Lessi tutto quello che c'era da sapere, scoprii che l'unico modo per rimuovere lo strano materiale era quello di investirlo con una colata immensa di lava, in modo continuato e incessante. In realtà non c'era modo di collegare i vari mondi. I libri, nonostante ne parlassero, non facevano mai riferimento ad un modo per unire i mondi o per fare in modo di viaggiare tra di essi. Serviva una forza e un'energia immane, ma solo per liberare gli abitanti di mondi differenti. L'unico modo per uscire dal proprio mondo sarebbe stato quello di suicidarsi.
Guardai attorno a me e realizzai in breve tempo quanto avrei dovuto fare. Tastai il terreno, sentii il calore del magma attraversare le carni dei dannati. Le urla mi entravano in testa, alcune non volevano che lo facessi, altre erano desiderose di vedere come sarebbe andata a finire. Sotto di me, prima del vuoto, un altro strato di magma, ad una pressione altissima, aveva riempito ogni anfratto. Se avessi liberato il getto di lava quello avrebbe potuto investire i contenitori con dentro mia moglie e mia figlia. I libri parlavano chiaro in merito, ne volli essere certo. In caso di liberazioni di un abitante di un altro mondo, il magma non l'avrebbe ucciso in quanto la forza accumulata l'avrebbe protetto fino alla sua uscita dal mondo attuale e dal suo. Non correvano alcun pericolo, non lo avrebbero corso mai. Ponderai molto la mia scelta, alla fine feci quello per cui avevo viaggiato fin qui. Estrassi il piccone dallo zaino, guardai un'ultima volta i miei due angeli. Mi scesero due lacrime che mi rigarono il viso, feci un sorriso che probabilmente apparve più come un taglio sul mio volto che come un vero sorriso. Il sorriso dell'amarezza, di chi è consapevole delle conseguenze delle sue azioni. Il sorriso di chi ha amato qualcuno con tutto il suo cuore, ma nonostante tutto non potrà più farlo benché voglia. Le salutai e picchiai il piccone a terra più volte, mentre le mie urla di dolore e pianto invadevano l'inferno.

domenica 20 febbraio 2011

Giorno 34, Se questo è l'inizio...

Caddi a terra strisciando sulla carne e le ossa dei dannati con un fragore che mi contraddistingueva oramai da molto tempo, mi rialzai e mi guardai attorno. Ero all'inferno. I ricordi mi passarono di fronte velocemente, cercai di non pensarci nonostante fosse pressochè impossibile. Improvvisamente notai dei lamenti provenire da molto lontano, giunsero a me e capii ciò volevano dirmi: si rassegnavano al fatto che fossi lì e mi avrebbero condotto, loro malgrado, fino al punto di non ritorno, dove sarebbe stato impossibile ripensare a ciò che si stava facendo. Le seguii, iniziai a camminare sui corpi squarciati delle anime dannate sentendo crescere in me la consapevolezza di essere sulla strada giusta, nonostante tutto. Ricordai ciò che era scritto nei libri: seguire sempre le anime, non esitare mai. E così feci. Evitai un paio di gruppi di creature armate di spade che si muovevano nell'ombra, riuscii a non incrociare lo sguardo di un enorme fantasma che sorvolava le lande incenerite e davastate dal magma. Le urla delle anime mi condussero in breve tempo in fondo ad una vallata che si estendeva per chilometri probabilmente, con giganteschi laghi di roccia fusa, lapilli che venivano sparati sulla carne e le ossa dei dannati, carni dilaniate dalle stesse creature che vivevano in quel luogo. Guardai in alto e della lava esplose dal soffitto colando fino in fondo all'intera caverna, impattò con il lago schizzando magma in ogni direzione. Il boato fu tremendo. La lava colava e, mentre scivolava sulle carni, quelle reagivano mostrando finalmente carattere, nonostante sapessero che in quel luogo vi erano capitati per ciò che avevano fatto in vita. E non si erano sicuramente comportati benissimo. Si alzarono in blocchi, eressero una sottospecie di scala fatta di carne, ossa e magma, sulla quale si poteva camminare per arrivare in cima, dove la roccia fusa era esplosa con tanto fragore. Le anime urlarono in quella direzione, capii che era il momento di iniziare la mia scalata. Ero a pochi passi dalla fine. Quale, però, era ancora da appurare.