sabato 12 febbraio 2011

Giorno 14, L'assalto

Alla mattina sistemai qualche dispensatore sulle mura riempendolo di frecce, andai all'orto per dare concime alle piante. Gli alberi stsavano crescendo bene, entro qualche giorno probabilmente sarebbero stati pronti e avrebbero dato i loro frutti. Verso metà mattinata risalii al rifugio e guardai l'orizzonte, ragionai e feci il punto della situazione. Cosa stavo facendo per uscire da qui? Cosa stavo cercando per far sì di capire qualcosa?... Nulla. Il problema è che non sapevo cosa fare qui, non sapevo come mi dovessi comportare e non riuscivo a capire il senso di tutto ciò. Alzai lo sguardo e notai in lontananza qualcosa: ragni! Non solo ragni in realtà, Creepers, scheletri e zombie! Tutti quanti avanzavano verso di me, discendevano le colline e si dirigevano contro il rifugio. Attesi che si avvicinassero per vedere cosa avrebbero fatto per superare i tre fossati; i ragni mi preoccupavano parecchio, ma non mi mossi. Non potevo andare comunque da nessuna parte, ero circondato. Qualcuno di loro tentò di scavalcare il primo fosso, ma cadde bruciando sul fondo. Un ragno riuscì ad uscire dal primo fossato, ma tuttavia morì abbrustolito pochi metri dopo, tra il primo e il secondo fosso. Arrivarono in massa Zombie e scheletri, caddero tutti, e tutti spirarono andando a fuoco. I creepers però fecero diversamente: caddero nel fosso ed esplosero. Lo spostamento d'aria spense molte fiamme, altri ragni caddero nello stesso punto e uscirono agevolmente. Iniziai a correre verso il primo dispensatore, che fortunatamente era indirizzato verso di loro, schiacciai il pulsante e una serie di frecce si andò a conficcare nella carcassa esanime oramai della creatura enorme e pelosa. Rimasi su quella postazione finchè non finirono le frecce e fortunatamente anche i ragni. Mi voltai mentre uno zombie allungava le sue braccia contro di me, mi si avvinghiò al collo e riuscii a respingerlo prima che mi mordesse; estrassi la spada e lo trafissi da parte a parte mandandolo al tappeto. Ero così intento a scagliare frecce ai ragni che non mi ero reso conto delle varie esplosioni dei Creepers. Avevano spazzato via i tre fossati, le fiamme si erano spente, zombie e scheletri entravano da quell'unica apertura nelle mie difese. Scesi velocemente dal tetto del rifugio, distendendo a terra un filamento creato con della roccia rossa trovata nella caverna sotterranea, lanciai qualche pulsante a terra dopo averli collegati al filamento. Chiunque toccasse o premesse quei bottoni avrebbe attivato a random i dispensatori che avrebbero scagliato frecce su tutto il terreno. Le altre zone dei fossati erano al sicuro, ma questa breccia dovevo proteggerla personalmente. Mi feci coraggio, scalciai uno scheletro e lo trafissi con la mia lama, mi misi l'elmetto di metallo in testa e mi lanciai nella mischia. Uno zombie cadde sotto i miei fendenti, uno scheletro caricò un colpo verso di me, la freccia scoccò, ma riuscii a evitarla all'ultimo per pura fortuna. Caricai mandandolo indietro, respinsi un Creepers che esplose nella folla scagliando all'aria pezzi di carne e ossa. Nell'enorme cratere lanciai qualche candelotto di dinamite che esplose quasi subito, creando un enorme fossato talmente profondo da vederne a fatica la fine. Correvo attorno al pozzo lanciando con fendenti, calci e spallate ogni abominio che tentava di farmi la pelle. Verso sera l'ultimo Creeper cadde nel fosso esplodendo e condannando ogni creatura al suo interno. Mi sedetti sul terreno umido di sangue zombie. Guardai in alto, la luna splendeva placida. Iniziai a ridere quasi istericamente, ero sopravvissuto ancora, e ancora sarei sopravvissuto. Dovevo solo ricostruire i fossati, riparare le difese e magari aggiungere un paio di fossati con focolai. Ma ci avrei pensato l'indomani mattina. Ora mi aspettava una lauta cena e un riposo dolce e tranquillo, ristoratore da ogni fatica. Per la prima volta.

venerdì 11 febbraio 2011

Giorno 13, déjà vu

Quella sensazione di "già vissuto" non è poi così orribile, non lo è se l'esperienza che si ha vissuto era piacevole. Ma se l'esperienza passata è come un incubo allora quella sensazione si tramuterà a sua volta in un incubo ancora peggiore. Perchè lo si conosce.
L'esplosione spezzò il silenzio calmo della notte buttandomi in un'inquietudine tremenda e inaspettata. In una situazione simile mi sarei rimboccato le coperte e girato dalla parte opposta sotto il piumone, ma ora no, non posso. Mi alzo e mi precipito fuori di casa, non vedo ancora nulla fino a che scrutando in lontananza non scorgo qualcosa: una luce sulla collina, prima fioca poi sempre più forte ed alla fine le vedo chiaramente. Fiamme, fiamme altissime che divorano ogni cosa! No... Non di nuovo! Controllo attorno a casa e fortunatamente l'aver costruito il rifugio e tutto il resto sul fondo di un lago paga. Non ci sono alberi attorno a me infatti e ciò mi mette al sicuro dall'incendio, ma la mia domanda è sostanzialmente una sola: cosa diavolo è che scatena questi incendi? La risposta arriva immediatamente, dalla collina si levano due, poi tre ed infine quattro fantasmi, enormi, occhi luminescenti e corpi eterei fosforescenti. Si dirigono velocemente verso il centro del lago, in pochi secondi sorvolano casa mia, si allontanano un poco per poi tornare indietro e sputare palle di fuoco sull'orto in costruzione che si infiamma immediatamente. Urlo verso di loro, che dopo aver fatto una rapida inversione rigurgitano altre fiamme sul tetto di casa mia. Il tetto è l'unica cosa in legno e ovviamente si incendia iniziando a far cadere lapilli infiammati sul letto, sulla libreria, dando alle fiamme gli interni. Tornano infine verso di me caricando altre palle infuocate, tutto è illuminato e c'è odore di bruciato, le sparano, serro gli occhi. Poi il silenzio. Riapro gli occhi e sono da solo, al buio, non è accaduto nulla, rivolgo il mio sguardo sulla collina e non vedo più le fiamme. Cado a terra sfinito... sto impazzendo?
Il sole sorge e la giornata passa. Faccio tutto quanto lentamente, sono svogliato e non capisco il motivo. È di nuovo sera, l'orto è ultimato e me ne torno nel letto. La notte passerà meglio della precedente, tutto si sistemerà prima o poi, ne sono convinto.

giovedì 10 febbraio 2011

Giorno 12, Si cade e ci si rialza

Iniziai ad ammassare terra e roccia per raggiungere la cima della caverna, mentre risalivo fino alla superficie ancora un piccolo rigagnolo d'acqua cadeva nelle profondità oscure della galleria rocciosa. Salivo, ed ogni mucchio di terra mi avvicinava nuovamente alla mia finta libertà. Nonostante tutto, ne ero felice. Misi l'ultimo blocco di roccia e con uno slancio uscii dalla grotta, la visione che mi si mostrò fu fantastica: l'intero lago prosciugato e tutte le risorse a vista, a cielo aperto, senza preoccuparmi di mostri o creature. Qualche piovra si dimenava con fare spaesato. Da li avrei potuto ricominciare.
Non feci altro che mettermi subito all'opera estraendo minerali, innalzando impalcature e costruendo un piccolo rifugio, questa volta fui molto più previdente: attorno alla casupola vi erano tre fossati, con trappole al fondo, inoltre la carne e le ossa dell'inferno potevano bruciare in eterno, a mia sorpresa, le buttai così nei fossati e le accesi. Chi fosse caduto là dentro non ne sarebbe uscito vivo. Non ci potevo credere, alla sera era quasi tutto pronto, il rifugio era finito, la cava pure e mancava giusto l'orto, ma avevo cibo in quantità, non mi serviva con urgenza al momento, almeno fino a quando, di notte, non successe una cosa piuttosto strana.

mercoledì 9 febbraio 2011

Giorno 11, Scarpe bagnate

Sinceramente, non so quanto potrò durare in questo posto, se non fisicamente, almeno mentalmente. La gamba mi sanguina, me la sono medicata, l'ho fasciata, ma resta comunque dolorante e mal ridotta. Se avessi più calma potrei dedicarmici meglio, e soprattutto potrei stare più comodo di così, seduto su di un cuscino di lana grezza nel bel mezzo di una grotta semi buia. I rumori che sento a volte sono orribili; lamenti, ticchettii di ossa e sibili di Creepers. Non riesco a dormire manco un po' e non so che ora sia, non ho un orologio con me. Ho provato a costruirne uno, ma è troppo complicato, inoltre mi mancavano le materie prime. Alla fine decido di alzarmi per guardarmi in giro, sono stanchissimo, ma i rumori non mi permettono di addormentarmi, imbraccio una torcia ed esco dallo stretto antro luminoso nella roccia inoltrandomi un poco nella caverna sotterranea. Cammino per pochi metri fermandomi giusto ad un passo da un grosso scalino roccioso, allungo la torcia per illuminare il suolo, ma non vedo nulla. Non so quanto possa essere profondo. Metto una mano nello zaino e ne estraggo una pietra luminescente recuperata nell'inferno, a malincuore la stringo stretta nel pugno e la lancio più lontano che posso nel precipizio. La pietra, mentre cade, illumina tutto attorno mostrando, oltre all'enorme vastità e profondità della caverna, decine di figure nell'ombra che si muovono appena, quasi dondolando. La pietra luminescente picchia a terra dopo un volo piuttosto lungo e il suono rimbomba nelle stanze rocciose della grotta, c'è un attimo di silenzio e poi un insieme di urla contro di me, grida e ossa mi vengono incontro. Ecco cosa non dovevo assolutamente fare, ecco un'altra cosa da annotarmi per il futuro. Se ne avrò ancora uno dopo questa esperienza. Indietreggio e velocemente cerco di tornare alla grotta illuminata dove avevo il rifugio temporaneo. Qualche scheletro e zombie fanno capolino dalla zona buia, i loro volti carichi di odio e morte mi scrutano cercando di raggiungermi più in fretta possibile, mi vogliono morto. Nella foga cado a terra, la gamba mi fa un male atroce, nel frattempo molti sibili iniziano ad arrivare da ogni dove mentre zombie e scheletri avanzano velocemente. Qualcuno di quegli esseri infernali inizia a tendere l'arco nella mia direzione, gli zombie hanno gli occhi illiminati dall'eccitazione per il loro prossimo banchetto. Tutto è finito, sono durato pochi giorni in questo dannato luogo, non rivedrò più nessuno, né mia moglie, né mia figlia. Nessuno. I sibili sono sempre più forti, chiudo gli occhi, non voglio vedere ciò che mi faranno. Qualche sibilo aumenta ancora di più fino a che tre o quattro, no forse sono addirittura sei, esplosioni, si susseguono, spalanco gli occhi e tutto è così lento...
Mentre la luce entra dall'alto zombie e scheletri si fermano per vedere cosa sta accadendo sopra le loro teste, e poi eccola, l'acqua, scivolare da quell'enorme cratere sul soffitto, qualche Creeper dev'essere esploso nel lago aprendo un foro sul fondale e contemporaneamente sul soffitto delle caverne. L'imponente cascata d'acqua cade con un fragore immane schizzandomi addosso il suo fresco sapore dolce e corroborante, ogni creatura viene spinta indietro, rigettata nelle profondità oscure della grotta, ogni mostro intravede quella luce mortale per l'ultima volta prima di scomparire nuovamente nelle tenebre. Tutto il lago si riversa nelle gallerie, tra poco potrò uscire. Mi rialzo e guardo verso l'alto, il sole spunta leggermente dal foro sul soffitto e sembra salutarmi, il suo calore mi tocca il volto. Chiudo gli occhi e per la prima volta qui, sorrido.

martedì 8 febbraio 2011

Giorno 10, Manomissioni

Non mi sarei mai aspettato nulla di tutto ciò. Ero rintanato nelle profondità della Terra, a non so quanti metri dalla superficie. Nella notte alcuni Creepers esplosero vicino a casa mia devastando qualunque cosa, le mura di roccia avevano resistito, ma la terra e la ghiaia no, furono spazzate via dall'esplosione di quelle dannate creature lasciando loro lo spazio per entrare in casa. Riuscii a difendermi come potei, svegliato di soprassalto da quegli esseri, attaccai con spada e arco, feci crollare l'entrata con la dinamite per poter avere un po' di vantaggio, ma erano tantissimi e a mano a mano si erano fatti strada esplodendo. E quando ne esplodeva uno, esplodevano tutti gli altri. Aevvo iniziato a scavare sperando di poter trovare un'uscita dal lato opposto della montagna, ma la roccia in questa zona era piuttosto dura ed era difficilissimo riuscire a romperla con gli strumenti in mio possesso. Avevo così quindi iniziato a rimuovere terriccio e materiali a terra, scavando in verticale in profondità. Poco dopo una serie di gallerie sotterranee, cunicoli e grotte, tutte collegate, mi si sprì, mostrandosi in tutta la sua tetra magnificenza. Chiusi il percorso dietro di me, feci crollare altre pareti per restare al sicuro ed iniziai a illuminare la caverna. Era immensa, non pensavo che ci fosse così tanto spazio sotto casa mia, i materiali e le risorse erano a vista: carbone, metallo, oro! Tutto era lì a disposizione di chi avesse voluto raccoglierlo. Preferii accamparmi, al sicuro, in un piccolo anfratto chiuso tra la roccia. Qui sotto il clima era secco, contrariamente a quanto mi aspettassi. Estrassi del carbone e con della legna che avevo nello zaino riuscii ad accendere un bel falò per illuminare la grotta. Ero ferito, stanco ed affamato, non avevo dormito nulla e, come se non bastasse, quelle creature mi avevano colpito più volte lo zaino, facendomi perdere dei materiali, delle risorse e danneggiandomi il diario. Sperai di poter rimanere al sicuro per un po'. Ma sentivo già degli strani rumori là sotto, non ero tranquillo, non lo ero mai da tempo.

lunedì 7 febbraio 2011

domenica 6 febbraio 2011

Giorno 9, Al lavoro

Mi sveglio più tranquillo, nonostante le disavventure passate. In fondo sono riuscito a salvare la pelle e questo mi rende più forte ed orgoglioso di me. Esco di casa e riprendo subito i lavori alla vera abitazione. La grotta inizia a starmi davvero stretta, non ne posso più, quindi decido di fare il più presto possibile ad ultimare le mura, la pavimentazione e l'arredo della mia futura dimora. In piena mattinata qualche zombie cerca di raggiungermi sul luogo dei lavori, ma oramai la luce ha invaso la superficie e cadono a terra bruciati e agonizzanti. Faccio un giro tra i loro cadaveri per raccogliere piume ed altre risorse utili per il futuro. Avevo intenzione di costruirmi un arco per riuscire a colpire i nemici da lontano, son stufo di dovermi confrontare con loro a viso aperto, faccia a faccia a distanza ravvicinata, appena avrò completato casa mi dedicherò a quel tipo di costruzione. Arriva mezzogiorno, cuocio un paio di braciole di maiale nel forno, bevo un po' d'acqua raccolta al fiume e mi rimetto all'opera. Verso sera la casa è ultimata, ho aggiunto un paio di chicche interessanti per tenere lontani ospiti indesiderati. Per prima cosa ho costruito un fossato: le creature con le quali mi rapporto non sono molto intelligenti, un fossato largo un paio di metri o forse più basterà per evitare che si intrufolino in casa senza che li veda. Ho messo una scala che va fino in fondo così posso scendere e risalire a piacimento, sia per uscire fuori dalla mia abitazione, sia per andare a raccogliere le risorse dai loro cadaveri. Inoltre ho costruito un muro esterno al fossato per tenere lontani i ragni, quei maledetti si arrampicano su ogni superficie verticale. Ho fatto in modo da render loro più difficile la scalata costruendo una muraglia che si estende verso l'esterno, non potranno arrampicarsi a testa in giu, son troppo grossi. Pianto infine ancora qualche torcia qua e là e, prima che sia completamente buio, costruisco il mio arco e molte frecce. Sono pronto per affrontare la notte e qualunque altra creatura ostile.
La luna spunta da dietro i colli, una leggera brezza sferza le lande solitarie di questo luogo. È giunta l'ora di andare a letto, è stata una dura giornata, domani dovrò andare ad esplorare l'isola in cerca di risorse. In cerca di risposte.