venerdì 4 febbraio 2011

Giorno 7, Venga il suo regno

Mi risvegliai indolenzito, le braccia e le gambe doloranti, non ero abituato a combattere nonostante me la cavassi effettivamente bene. Una leggera brezza gelida mi sfiorò il viso, aprii gli occhi. Non vidi nulla, ma sentii dei rumori, in fondo alla grotta riuscivo a intravedere una sorta di zona luminosa, come se la parete rocciosa emettesse luce propria. Mi addentrai con fare sospettoso, ma la paura a volte mi fermava. Il rumore si fece sempre più intenso, ora riuscivo a distinguerlo indubbiamente bene. Sembravano lamenti, come parecchie persone che soffrivano... qualcuno piangeva, altri gridavano, era un brusio crescente di dolore, un turbine di anime in pena. Arrivai in fondo al corridoio di roccia ed entrai in una stanza calcarea più grande e spaziosa. Ecco cosa illuminava la grotta: una colata lavica attraversava la stanza verticalmente, bagnando di tanto in tanto il suolo con sbuffi svogliati di magma e vapore incandescente. Davanti alla lava un'enorme portale viola, robusto, spesso e con un che di etereo al centro si ergeva glorioso in mezzo alla stanza. La curiosità prese il sopravvento sulla paura, l'idiozia mi avvolse e allungai la mano, sospettoso, ma curioso come non mai, toccai il viola acceso ed etereo del portale e in un attimo tutto il dolore, tutta la pena di quella povera gente mi venne riversata addosso. Mi sentivo riempire di vergogna, pena, sofferenza, tristezza, odio... Poi più nulla. Non sentivo niente e non vedevo niente, i miei sensi erano in sospeso, come tutto me stesso. Mi lasciai trasportare in quello che sarebbe stato, per me, il viaggio più incredibile di sempre...

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